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Descrizione della collezione

A partire dai primi anni del secolo scorso, la Cassa di Risparmio di Trieste ha avviato un lungimirante processo di acquisizione di opere d’arte nell’ambito di un progetto di sostegno e valorizzazione degli artisti di area locale più rappresentativi. Tale attività, proseguita fino al 1993, ha consentito di raccogliere un corpus di oltre 1200 opere. Alla luce delle finalità statutarie della Fondazione CRTrieste è parso opportuno che fosse essa stessa a proseguire la valorizzazione di questo importante patrimonio artistico. Si è pertanto ritenuto di procedere all’acquisizione delle opere di maggiore significato artistico e storico della Banca al fine di garantirne il radicamento con il territorio triestino e di impedirne la dispersione conseguente alla fusione della Cassa di Risparmio di Trieste nel Gruppo UniCredito italiano.
La Collezione è stata negli anni implementata da pregevoli opere quali Città futurista di Tullio Crali, Nudi al sole, Diana cacciatrice e Sgabello blu di Edgardo Sambo – queste ultime due donate dagli eredi dell’artista – Luna Park di Luigi Spacal e L’erotica di Marcello Mascherini, particolare scultura in pietra conglomerata rosa che oggi impreziosisce la sede della Fondazione. Nel 2008 inoltre la Fondazione ha realizzato un significativo intervento di recupero di un prestigioso patrimonio artistico, la Collezione “Arte e industria” Stock che è stata acquisita al fine di evitarne lo smembramento a seguito del trasferimento della sede commerciale della Stock da Trieste a Milano.
La Collezione acquistata dalla Fondazione è composta da dodici opere che, alla fine degli anni Sessanta, la Stock commissionò ai principali maestri della figuraziona italiana. Nello stile pittorico di ognuno, sulle tele è stato rappresentato il prodotto più conosciuto e amato della distilleria triestina, il “Brandy Stock 84”, prodotto negli stabilimenti di Trieste a partire dal 1927. Perseguendo i suoi obiettivi di salvaguardia del patrimonio artistico locale, la Fondazione CRTrieste sta completando l’acquisizione delle tele monumentali che compongono il Ciclo del Progresso dal “Caffè alla Stazione”. Si tratta di una serie di otto dipinti, commissionati da Antonio Carmelich che decise, nel 1897, di rinnovare il proprio Caffè aggiornandosi al gusto moderno. I pittori più in vista nella Trieste di quel periodo ebbero occasione di misurarsi con i temi della contemporaneità, del “Progresso”, inteso quale conquista dell’ingegno umano. Eugenio Scomparini, Giuseppe Barison e Antonio Lonza ebbero la parte più rilevante nel progetto. I tre artisti, di fatto coetanei, provenienti da esperienze formative diverse, sebbene accomunati da un grande amore per la vicina pittura veneziana, diedero prova esaltante delle loro capacità di decoratori affiancati, nei due pannelli di minor dimensione, da un giovane Guido Grimani e da un esperto paesaggista come Giuseppe Pogna.