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Giugno 2022

Fontana Lucio 1899/ 1968
Concetto spaziale-Attese
1966
idropittura su tela
cm 81 x 65,50

collocazione:
Macerata – Museo Palazzo Ricci
proprietà:
Fondazione Cassa di Risparmio della Provincia di Macerata

Tagli di Lucio Fontana

Tagli. Un gesto netto e deciso sulla tela monocroma. Un’azione semplice, apparentemente facile da eseguire, ma a osservare meglio c’è di più. La tela ferita dagli squarci invita a superarne i confini, a entrare dentro le inferte aperture in un percorso essenziale e catartico, fino all’ombra nera dello squarcio dove è possibile la liberazione dalla condizione del reale. Andare oltre le ferite. Il taglio apre, libera, nega ogni realtà visibile, affranca dalla materialità e invita a esplorare uno spazio altro. È l’annullamento della realtà, la disintegrazione dello spazio reale, l’abolizione della superficie dove l’artista da sempre riproduce la vita quotidiana, il mondo tangibile. Il taglio supera l’ambiente del vissuto, privativo della libertà, lo spazio dei confini che rende prigionieri. Nel taglio dunque c’è molto di più. Oltre al gesto c’è anche la pulsione del ritmo, del movimento, dell’energia e della forza, il dissolvimento dell’oggettività che ora lascia il posto alla musicalità, al tempo energico e vitale dell’azione. “L’arte muore ma è salvata dal gesto”, scrive nel 1948 Lucio Fontana. Nel suo ultimo decennio di attività, l’artista dedica tutte le energie al ciclo dei Tagli, denominati anche Concetti spaziali-attese, laddove la parola “concetti” esplicita l’abbandono della rappresentazione figurativa, l’arte cioè rinuncia alla perfezione estetica; la parola “attese” invece rimanda alla condizione dell’esistente, un sentimento di sospensione, un tempo senza confini che permette di accedere, attraverso il taglio-apertura, ad un’altra dimensione. L’artista vuole dare a chi guarda “un’impressione di calma spaziale, di rigore cosmico, di serenità nell’infinito”.

Il tempo sospeso dell’attesa, prima della libertà senza fine.