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Descrizione della collezione

La collezione è costituita da dipinti di Gino Croari e Avveduti. Gino Croari nasce nel 1905 a Genova. Frequenta la locale Scuola comunale di disegno e l’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Negli anni trenta partecipa a mostre di pittura a Lugo e a Ravenna. Dal 1935 si trasferisce a Roma, dove trova un impiego come cartellonista e pubblicitario. Nel 1940 viene inviato sul fronte greco-albanese-jugoslavo e prende parte alle operazioni belliche, esperienza dalla quale nascerà la raccolta dei disegni di guerra. Nel dopoguerra svolge diverse professioni, partecipando, tuttavia, a importanti esposizioni, tra cui la Quadriennale di Roma (1948) e la Biennale di Venezia (1956). Alla fine degli anni Cinquanta inizia l’attività didattica. Ha esposto in diverse sedi all’estero, tra cui Messico e Giappone. Muore a Roma, il 3 agosto del 2005, all’età di cento anni.
Avveduti (di cui la Fondazione possiede 27 dipinti su olio) è nato a San Potito il 13 maggio 1889 e morto a Lugo nel 1986. E’ un pittore noto, esponente di un’arte di provincia non ritardata o convenzionale, ma ricca di umori naturali, di memorie e di emozioni. Frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna. La sua pittura si attesta sui canoni della tradizione ottocentista, rinnovandosi nella sfera del postimpressionismo e si accosta ad una pittura tonale. Nel Centodecimo anniversario anno della nascita, l’Assessorato alla Cultura di Lugo organizzòuna mostra “Natura e sentimento nella pittura di Giulio Avveduti. Scoperte e ritrovamenti”.  Furono esposti oltre sessanta opere provenienti da collezioni private e da civici musei. A Casa Rossini fu ricostruito il suo studio. È un pittore con personalità; e connotazioni artistiche che ha conferito un accento preciso alla pittura europea del nostro secolo. La sua pittura si basa sulla qualità dei rapporti di colore, di materia e di forma. Si esprime in nature morte, colori fusi in cui gli oggetti domestici tendono a sciogliersi in atmosfera cromatica.  Il pittore non disdegna poi il nudo femminile. Sono nudi caldi, apparentemente abbandonati nel riposo, ma carichi di vita.