Dopo i primi esempi egiziani, in cui il ritratto sperimenta delle forme molto caratterizzate, si indica come inizio della ritrattistica la Grecia del VI secolo a.C. Il ritratto, genere che ha attraversato l’intera storia dell’arte, non è altro che la riproduzione della fisionomia di una persona o di un gruppo di persone. Una scelta artistica che si propone di rendere immortali gli individui, di autodefinirsi (nel caso dell’autoritratto), di accentuare alcuni tratti fisici o psicologici del soggetto prescelto. Per quanto si definisca “fedele riproduzione del reale”, il ritratto nasce sempre dallo sguardo interpretativo dell’artista e, ovviamente, dal suo modo di fare arte.
Nel Quattrocento, quando nell’arte la centralità dell’uomo diventa il tema preponderante, il ritratto, che sino ad allora era prerogativa della nobiltà, si diffonde anche tra la nuova borghesia, rappresentando la condizione sociale e psicologica di colui che veniva ritratto. I personaggi sono raffigurati con realismo puntuale nell’esecuzione del volto e, quando sono a mezzo busto, sono caratterizzati da un’attenzione introspettiva alla vita interiore e sociale del personaggio. È questo il periodo in cui si diffuse anche il ritratto ufficiale, con il sovrano a cavallo o sul trono, dal carattere solenne e celebrativo, una moda che si diffonde in tutta Europa. Nell’arte fiamminga, nel Nord Europa, i ritratti sono caratterizzati da una forte capacità di indagine e da una minuziosità quasi ossessiva. Nel Settecento il gusto neoclassico si riscontra anche nei ritratti, caratterizzati da tonalità chiare e luci limpide, linee semplificate e pulite, tratti somatici equilibrati e idealizzati, senza trascurare i rimandi all’arte greca. Nell’Ottocento, l’invenzione della fotografia apre nuovi scenari nella ritrattistica, che diventa sperimentazione di luci e colori, espressione del subconscio mentale e delle visioni personali. Nel Novecento l’arte del ritratto è influenzata dalla corrente astratta, che mette l’interiorità dell’individuo al centro del ritratto, superando la rappresentazione oggettiva della fisionomia.