Descrizione della collezione
Nell’ambito degli accordi relativi alla cessione della partecipazione di maggioranza della Banca Cassa di Risparmio di Tortona S.p.a., nel 1999 la Fondazione ha operato la scelta strategica di acquisire la collezione della Cassa di Risparmio nella convinzione che, aldilà delle istituzioni museali pubbliche, il collezionismo di Enti quali le Fondazioni di origine bancaria possa costituire il fondamento di raccolte private aperte al pubblico e, nel contempo, consentire la valorizzazione di autori legati, per coincidenze o scelte di vita, al territorio di operatività dell’Ente.La Fondazione ha quindi avviato un’autonoma politica di potenziamento della collezione che ha trovato un primo importante punto di consolidamento nel dicembre del 2001 con l’apertura al pubblico degli spazi espositivi permanenti al Palazzetto medievale, concretizzando in questo modo una strategia di valorizzazione che ha precorso l’attuale tendenza delle Fondazioni di origine bancaria a divenire attori primari e corresponsabili della politica culturale del proprio territorio.Da questa scelta strategica ha cominciato a prendere gradualmente corpo l’idea di dare vita ad una struttura museale più complessa che, relazionando la figura artistica di Giuseppe Pellizza da Volpedo agli altri protagonisti del Divisionismo, ricomponesse questa importante realtà artistica italiana compresa tra la seconda metà dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento.
Un dialogo che ha consentito la contestualizzazione a livello nazionale della Pinacoteca e la costante crescita dell’interesse verso la collezione al di fuori dei ristretti ambiti locali.Il nuovo progetto: Il Divisionismo. Dal 25 maggio 2012 la Fondazione ha potuto finalmente presentare al pubblico il frutto della sua decennale ricerca per l’attuazione di un ambizioso progetto: un’esposizione permanente dedicata al Divisionismo. Si tratta di una proposta del tutto innovativa nel panorama museale italiano ed è il frutto di una ricerca condotta con grande impegno ed una convinta fede nel valore dell’arte divisionista.Il nuovo spazio museale, profondamente ristrutturato, si sviluppa su di una superficie complessiva di oltre 800 metri quadrati realizzato in conformità alle rigorose normative di legge ed agli standard museali.
Sotto lo sguardo di Giovanni Segantini, immortalato dallo scultore Paolo Troubetzkoy, “il Divisionismo” apre con due opere storiche del primo dibattito, svoltosi a Milano nel 1891 fra artisti socialmente impegnati: Piazza Caricamentodi Plinio Nomellini e La venditrice di fruttadi Emilio Longoni.Seguono una serie di capolavori di Segantini, Previati e Grubicy per arrivare alla prima maturazione divisionista di Pellizza con La processione del 1895. Di Pellizza si espongono molte opere, tra le quali due grandi carboncini, Il ritorno dei naufraghi al paese e Fiore reciso, di cui il Musée d’Orsay a Parigi conserva il dipinto. Chiude questa prima parte Lagrimedi Giuseppe Mentessi, emblema della sconfitta sociale del ’98. Con Ultimi pascoliuna splendida ma poco conosciuta tela di Fornara e il celebre Mi ricordo quand’ero fanciulladi Morbelli, si entra in grande stile nel Novecento, quando in più parti d’Italia il nuovo verbo viene accolto e sperimentato. È caratteristica e peculiarità della collezione lo stimolante confronto tra i pittori: Serafino Macchiati e Giacomo Balla a Parigi, Giovanni Battista Crema e Camillo Innocenti a Roma, o Guglielmo Amedeo Lori e Benvenuto Benvenuti in Toscana, senza tralasciare il legame tra Gaetano Previati e Baldassare Longoni in Liguria.
Al fine di dare vita ad un centro di valorizzazione della pittura divisionista, allo spazio espositivo è stata affiancata una biblioteca tematica ed un concorso per l’assegnazione di borse di studio per ricerche su tale periodo.