Descrizione della collezione
I dipinti della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, non sono numerosissimi e per la scelta ponderata è stata seguita la linea guida di ispirazione della Scuola Romagnola. Luca Longhi fu un pittore ravennate, 1507/1580, tra i più quotati in ambito romagnolo cinquecentesco, al quale si devono opere che gli diedero buona fama nella sua terra, tanto da essere vantato dai suoi concittadini come il Raffaello delle Romagne. La sua educazione all’arte ebbe luogo entro i confini della cultura regionale, soprattutto di quella ravennate, e presumibilmente nell’ambito di NicolòRondinelli, di Marco Palmezzano e di Francesco Zaganelli. Di questo pittore, la Fondazione ha acquistato il “Cristo morto sorretto da due angeli, fra l’Abate di Classe e una Monaca inginocchiata” e la “Natività – L’adorazione del bambino”. Di Arcangelo Resani sappiamo che fu allievo romano del Giovanni Battista Buonocuore (Lanzi) e che dipinse prevalentemente animali e pastori. Il periodo nel quale viene collocato è quello del 1660/1700. La Fondazione possiede i dipinti del “Pastore di capre” e del “Guardiano di bestiame”, critici d’arte hanno affermato che la sua pittura si presenta molto accurata anche quando esibisce una fattura veloce. Andrea Barbiani, il dipinto “L’adorazione dei magi” presenta caratteri di mediata accademia bolognese, fortemente connotata dall’area romagnola nel corso del Settecento dai riflessi dell’attività di Carlo Cignani. Barbiani fu uno dei protagonisti del Settecento romagnolo affiancandosi ad altri artisti.
Sempre all’interno del Palazzo storico della Cassa di Risparmio di Ravenna costruito appositamente nel 1895 nel luogo dove sorgevano l’antica Chiesa e Convento di San Giorgio (la cui fondazione si fa risalire all’anno 959) è contenuta una quadreria di notevole pregio di proprietà della Cassa di Risparmio di Ravenna s.p.a. che annovera numerose tele riconducibili alla c.d. Bottega del Longhi con dipinti attribuiti al Maestro Luca Longhi (in particolare quello che è considerato il suo capolavoro ovvero la cd “Pala Cavalli”) e ai figli Francesco e Barbara Longhi (sec. sedicesimo). Di particolare rilievo risultano essere altre opere sempre del sedicesimo secolo di Benedetto Coda, di Francesco Rizzo da Santa Croce e di Francesco e Pierpaolo Menzocchi.