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La Fondazione CRdi Terni e Narni promuove la mostra “Da Degas a Boldini. Uno sguardo sull’Impressionismo tra Francia e Italia“, a cura di Anna Ciccarelli e Pierluigi Carofano. La mostra sarà aperta al pubblico da 16 aprile a Palazzo Montani Leoni di Terni.

Un’ampia rassegna per celebrare l’impressionismo francese ma anche, e soprattutto, la stagione impressionista in Italia, superati i 150 anni dalla prima mostra che ne ha sancito la nascita, il 15 aprile 1874 a Parigi.

Con 44 opere tra sculture, dipinti e scritti, provenienti da importanti Musei nazionali e internazionali, dalle collezioni d’arte delle Fondazioni di origine bancarie e degli Istituti di credito, la mostra di Terni intende celebrare prevalentemente gli artisti italiani che, dalla metà dell’Ottocento agli anni ’20 del Novecento, la cui  fama è stata spesso oscurata dal successo dominante del movimento francese.

La mostra apre con uno dei capofila della scuola di Barbizon, Jean-Baptiste Camille Corot e prosegue, soltanto per anticipare alcuni nomi, con Berthe Morisot, le cui tre opere qui esposte provengono direttamente dalla mostra appena chiusa a Torino e dal Musée FAMM, The Levett Collection di Mougins e Edgar Degas dalla GNAM di Roma. E poi ci sono Les Italiens de Paris, che vissero e furono attivi nella Parigi dell’ultimo quarto del XIX secolo, durante la cosiddetta Belle Époque, quando la capitale francese era il centro propulsore dell’arte a livello mondiale. Giuseppe De Nittis dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo; Vittorio Matteo Corcos dal Museo Civico Giovanni Fattori di Livorno; Giovanni Boldini dalla BPM; Emilio Gola dalle Gallerie d’Italia; Federico Zandomeneghi e Antonio Mancini da importanti collezioni private. Non manca certamente la scultura: oltre ai due bronzi di Degas della GNAM, una bellissima opera in cera di Medardo Rosso, massimo rappresentante della scultura moderna italiana, grazie al prestito del MART di Rovereto. Chiude la mostra un “omaggio agli impressionisti francesi” nelle opere di due grandi artisti contemporanei italiani, Mario Schifano e Tano Festa.

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