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Lettera di Marco Cammelli, già Presidente della Commissione per le attività e i beni culturali dell’Acri

10 anni fa la presentazione a Bologna di R’Accolte illustrava i primi risultati del progetto richiamandone i contenuti, gli obiettivi e il forte collegamento con la tradizione filantropica delle Casse di Risparmio e il più recente ruolo culturale delle Fondazioni di origine bancaria.

La consistenza numerica (13.000 opere, 76 collezioni, 59 città), la qualità delle opere presenti e la loro valorizzazione assicurata in più modi, dalle mostre che si sono succedute nel tempo (Bologna, Milano, Lucca, Parma) alla fruizione tramite accesso al portale per utenti e studiosi, attestano meglio di ogni parola l’importanza dell’iniziativa grazie alla quale Acri e la Commissione per le Attività e i Beni culturali hanno anticipato di un decennio la strada, oggi ormai dominante e quasi scontata, della digitalizzazione e della conoscenza delle opere d’arte attraverso le reti. La recente messa a punto di un nuovo software e il collegamento con il museo virtuale delle banche in Italia (Muvir), frutto di un’analoga iniziativa dell’ABI, assicurano un’ampiezza e una qualità di consultazione molto superiori e decisamente apprezzabili.

Fin qui le novità. Restano invece confermate, e anzi ancor più convinte e sentite, le ragioni che collegano questa iniziativa alla storia e al ruolo delle Casse di Risparmio e delle Fondazioni. La raccolta di opere d’arte infatti rientra nell’impegno e nell’attenzione dedicati alla salvaguardia e alla conservazione delle diverse sensibilità culturali del nostro Paese. Dove il “collezionare” è da intendere non solo come amore per l’arte e protezione delle forme attraverso le quali si esprime, quindi frutto di sensibilità per la bellezza e la creatività, ma anche come espressione della responsabilità di questi Enti per il significato che ai beni è riconosciuto dalle comunità di riferimento. Un impegno che da sempre si traduce in acquisto, recupero, restauro e quindi tutela, valorizzazione e fruizione di opere che altrimenti andrebbero disperse, cui si aggiunge l’apporto scientifico della cura e pubblicazione della relativa documentazione specialistica.

Raccogliere tutto questo in un progetto organico è stato possibile per l’apporto e la capacità dello staff tecnico composto da Letizia Bencini, Elisabetta Boccia e Patrizia Rossi, e dalla convinta adesione della Commissione e di tutte le Fondazioni associate ad Acri.

A ognuno e a tutti un particolare e sentito ringraziamento.

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