È stata prorogata fino al 16 marzo la mostra Blackout, la prima esposizione personale dell’artista noto con lo pseudonimo di PA Artist, talento emergente dell’arte contemporanea.
L’esposizione, a cura di Katia Di Simone, promossa dalla Fondazione Pescarabruzzo e organizzata dall’Associazione Culturale Culture Tracks Pescara, è ospitata presso la Maison des Arts della Fondazione e offre un percorso che esplora i temi dell’identità, della luce e dell’ombra.
Il titolo Blackout si ispira al contrasto tra luce e oscurità, ordine e caos. Le opere assumono sempre uno sfondo nero, una tela oscura che diventa il palcoscenico di una ricerca impegnativa e complessa sull’essere umano. Il volto umano è il fulcro del lavoro dell’artista: scomposto, frammentato e dissolto attraverso segni rapidi e pennellate intense, rivelando una narrazione visiva ben riconoscibile. Blackout è uno spazio dove l’inquietudine si trasforma in arte, invitando il visitatore a esplorare un dialogo tra opposti, dove il nero non è solo assenza, ma possibilità di rigenerazione e scoperta.
La curatrice Katia Di Simone evidenzia come l’artista offra un affascinante cammino attraverso la complessità delle dinamiche percettive. «Ogni opera rappresenta un’indagine profonda sui confini e sulle potenzialità del mezzo pittorico», afferma Di Simone.
PA Artist, formatosi presso il Liceo Artistico Misticoni-Bellisario di Pescara, ha sviluppato uno stile unico, con l’influenza di figure di spicco del territorio come Duccio Gammelli e maestri quali Antonino Giammarco, Albano Paolinelli e Enrico Terribili. Dopo un periodo dedicato a mostre collettive, questa personale segna una tappa fondamentale della sua carriera artistica, consolidando il suo processo di ricerca espressiva.
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